Dobbiamo prestare attenzione al patrimonio culturale ucraino. Le opere culturali e storiche rappresentano una ricchezza da tutelare con tutti gli strumenti giuridici a disposizione per proteggere e prevenire il traffico illegale di opere d'arte.
Questa crisi ha dimostrato la necessità di mettere in campo un meccanismo europeo di risposta e recupero.
Oggi che le bombe e i carri armati sono tornati nel cuore dell'Europa per responsabilità di Putin, costringendo decine di migliaia di innocenti ad abbandonare le proprie case e la propria vita per affrontare la paura e l'ignoto, dobbiamo essere fermi nel rifiutare la logica della guerra e della sopraffazione e pronti a offrire la nostra solidarietà al mondo culturale ucraino e tentare di mantenere il filo del dialogo.
La guerra ha colpito duramente gli artisti, gli operatori culturali e il mondo accademico, diffondendo un clima di paura, a scapito della libertà artistica, della libertà di insegnamento e di espressione.
L'arte e la cultura avranno poi il difficile ruolo di guarire queste ferite, ricostruire paesi e legami, e per questo dobbiamo un grande riconoscimento a quegli artisti e creatori che non si sono fermati dinanzi alla barbarie, ma hanno reagito continuando a praticare la loro arte, l'arte come forma di resistenza e pensiero critico, così come il giornalismo libero e indipendente.
Dobbiamo prestare attenzione al patrimonio culturale ucraino. Le opere culturali e storiche rappresentano una ricchezza da tutelare con tutti gli strumenti giuridici a disposizione per proteggere e prevenire il traffico illegale di opere d'arte.
Questa crisi ha dimostrato la necessità di mettere in campo un meccanismo europeo di risposta e recupero, dedicato al patrimonio culturale e all'ecosistema culturale.
Un meccanismo in grado di mettere insieme partner pubblici e privati e che tenga conto del ruolo strategico che può svolgere la filantropia nel supporto al mondo culturale, così come è importante che noi torniamo a investire con forza in Europa creativa.
L'arte e la cultura in generale parlano il linguaggio della pace. Appartengono al mondo intero. Le armi sono strumenti di distruzione. La cultura e l'educazione sono ponti, diplomazia informale, favoriscono il dialogo.
Il conflitto ha generato una visione sbagliata, che colpevolizza chiunque difenda la libertà di espressione artistica. La polarizzazione ha suscitato critiche e accanimento anche contro intellettuali, artisti e scienziati russi, contribuendo così a isolare coloro che si erano espressi contro le scelte scellerate di Putin.
Il razzismo verso il mondo ucraino e il tentativo di "cancellazione" della cultura ucraina sono semplicemente inaccettabili. Le responsabilità della guerra sono di Putin e del suo regime autoritario.
Ma queste responsabilità nulla c'entrano con la straordinaria produzione artistica, letteraria e musicale che la Russia ha regalato al mondo nel corso dei secoli. Dobbiamo colpire Putin e non la cultura.
Tutelare il ruolo del dialogo culturale è il primo passo verso il cessate il fuoco e il dopoguerra.
Massimiliano Smeriglio