Nel trilogo di ieri è stato raggiunto l’accordo politico sul nuovo Regolamento sulle Batterie tra Parlamento, Commissione e Consiglio. L’obiettivo del nuovo regolamento è la creazione di un mercato sostenibile delle batterie a livello europeo, con una gestione “olistica” del ciclo di vita della batteria, dalla progettazione al riciclo.
“Si tratta - commenta il relatore, l’europarlamentare italiano Achille Variati (S&D, PD), membro titolare della Commissione Ambiente - di un traguardo storico, fondamentale per agevolare la transizione energetica europea in una logica di sostenibilità. Le batterie sono fondamentali per la mobilità sostenibile e per l’accumulo delle fonti rinnovabili. Il nuovo regolamento punta a garantire la massima tutela della salute umana e dell’ambiente, assicurando al contempo che la produzione di batterie rimanga in Europa”.
Si stima che il totale delle batterie industriali (che includono le batterie destinate all’accumulo) possa passare dalle attuali 0.7 milioni di tonnellate a quasi 4,4 milioni di tonnellate nel 2035. Tra queste il ruolo preponderante sarà ricoperto dalle batterie per veicoli elettrici, i quali dovrebbero rappresentare circa l’87% delle quote di mercato.
“Le batterie - prosegue l’on. Variati - rappresentano un elemento cruciale sia nel piano per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia sia per rispettare gli obiettivi climatici definiti nell’accordo di Parigi. Obiettivi resi sempre più ambiziosi dalla giusta scelta della Commissione di accelerare la riduzione delle emissioni e di aumentare le quote di rinnovabili”.
Lo scorso 18 Maggio la Commissione ha presentato il proprio piano Repower EU, con lo scopo di ridurre la dipendenza dei combustibili fossili. Nel piano la Commissione riconosce come l'accumulo di energia, ed il ruolo delle batterie, rappresenta una tecnologia fondamentale per la sicurezza nell’approvvigionamento e per favorire l'integrazione delle energie rinnovabili. In questa logica, garantire una produzione europea di batterie significa anche assicurare una autonomia strategica, correggendo errori storici fatti ad esempio sul fotovoltaico: di cui fu incentivata la commercializzazione senza favorire la creazione di un corrispondente settore industriale europeo.