07
Feb

Approvata la normativa sui diritti dei rider

Il testo mira a migliorare le condizioni dei lavoratori combattendo la diffusione del lavoro falso autonomo. Allo stesso tempo contrasta la concorrenza sleale di alcune piattaforme, proteggendo i datori di lavoro che seguono correttamente le norme del diritto del lavoro.

Finalmente abbiamo approvato a larga maggioranza la mia relazione sui rider e i lavoratori delle piattaforme digitali di tutta Europa. Il voto conferma il mandato per le negoziazioni con il Consiglio dell’Unione Europea sulla base del testo approvato in commissione Occupazione e Affari sociali.

È un passaggio storico e rivoluzionario, con cui finalmente l’Europa parla di diritti, dignità e sicurezza del lavoro.

Il testo introduce principalmente 3 misure chiave:

  • presunzione di vincolo di subordinazione per i lavoratori da piattaforma, per contrastare il fenomeno dei falsi autonomi. In caso di dubbio sulla corretta classificazione dei lavoratori, si presume che siano subordinati, ponendo in capo alle piattaforme l’onere della prova;
  • trasparenza e conoscibilità dell’algoritmo, che, in riferimento agli aspetti che incidono sulle condizioni di lavoro, devono poter essere oggetto di contrattazione collettiva - al pari di ogni aspetto che possa incidere sulle condizioni di lavoro;
  • divieto per gli algoritmi di prendere decisioni sul rapporto di lavoro e obbligo di supervisione umana del funzionamento degli stessi.

Il testo mira a migliorare le condizioni dei lavoratori combattendo la diffusione del lavoro falso autonomo. Allo stesso tempo contrasta la concorrenza sleale di alcune piattaforme, proteggendo i datori di lavoro che seguono correttamente le norme del diritto del lavoro. 

Costituisce inoltre una salvaguardia per l'autonomia e l'indipendenza dei lavoratori realmente autonomi, agendo da deterrente nei confronti dei tentativi delle piattaforme di introdurre elementi di controllo o subordinazione.

L'attività di lobbying contro la direttiva e, ancora di più, contro i miglioramenti che ho negoziato in commissione, è stata fortissima, come fortissima è stata la pressione mediatica. Il file arrivava infatti pochi mesi dopo lo scandalo degli Uber files, in cui sono state esposte le pratiche scorrette di lobbying da parte di Uber. 

E anche ieri, prima del voto in plenaria, un’altra piattaforma ha fatto circolare un parere legale che insinuava delle falsità a riguardo della relazione. Invece oggi hanno vinto gli interessi di 28 milioni di lavoratori delle piattaforme, rispetto a quelli delle grandi multinazionali della distribuzione.

Ora è il momento di cominciare le negoziazioni con il Consiglio dell'Unione Europea, che al momento non ha ancora approvato la propria posizione. Non saranno negoziati facili, soprattutto perché la presidenza svedese è nettamente contraria ad ogni misura che ci porti verso un’Europa del sociale.


Elisabetta Gualmini