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Editoriale di Brando Benifei, Marzo 2023

Più dell'economia, più della potenza militare, più della diplomazia, la forza dell'Europa, e dell'Italia che ne è un Paese fondatore, è nella proposta di un modello di società centrato sulla difesa dei diritti umani.

Per questo la prevedibilissima deriva ungherese del governo Meloni sui diritti dei minori non è solo inaccettabile, è anche una politica che rende l'Italia più debole in Europa, come abbiamo constatato al Summit Ue di marzo, e l'Europa più debole nel mondo.

Deriva dall'aspirazione di ogni essere umano a vivere in uno Stato di diritto in cui sono rispettati i propri diritti umani e le proprie libertà civili, tanto più importanti se si tratta di minori, la capacità di attrazione del modello europeo, così come la sua autorevolezza a livello geopolitico e la sua capacità di proporre al resto del pianeta i propri accordi commerciali, i propri valori e le proprie normative, da quella sulla privacy a quella sull'intelligenza artificiale su cui sto lavorando in questo momento come relatore generale del nuovo regolamento in materia.

Per questo è molto grave la scelta della maggioranza di governo italiano di respingere il certificato di filiazione europeo e bloccare la trascrizione degli atti di nascita delle coppie omogenitoriali.

Nei giorni scorsi, insieme ad alcuni colleghi eurodeputati, ho presentato una interrogazione alla Commissione per sollevare la questione. La risposta, firmata dal Commissario alla Giustizia Didier Reynders e datata 15 marzo, successiva quindi alla circolare del prefetto di Milano che ha bloccato le trascrizioni degli atti di nascita e al voto del Parlamento italiano contrario al certificato europeo di filiazione, non lascia adito a dubbi: per gli Stati membri dell'Unione Europea c'è l’obbligo di riconoscere la filiazione di un minore con genitori dello stesso sesso. 

Il Governo Meloni quindi deve lasciare cadere la sua inutile propaganda ideologica sulla pelle delle bambine e dei bambini: trascrivere gli atti di nascita è doveroso per riconoscere a tutte le famiglie pari dignità. L'Europa, ancora una volta, ci indica una strada giusta da seguire. Lo abbiamo ricordato nelle manifestazioni di Milano, di Genova e Roma.

Inoltre, la scelta di alleare l'Italia con i sovranisti-nazionalisti dei governi di Ungheria e Polonia, invece che con i grandi Paesi europei con cui ha fondato l'Ue, ha un prezzo politico che stiamo già pagando su tutti i dossier, dall'immigrazione all'auto. Dal Consiglio europeo di marzo Meloni è uscita senza niente in mano, se non la netta sensazione che a Bruxelles è terminato il tempo dei sorrisi di circostanza dovuto alla prima premier donna italiana. Gli altri partner si aspettano la nostra collaborazione per rafforzare l'Ue. Altrimenti a pagarne il prezzo saranno tutti gli italiani.


Brando Benifei