20
Lug

L'Europa impari la lezione della pandemia

Questo lavoro potrebbe essere una svolta per le capacità europee e nazionali di reagire in tempi di crisi, non solo sanitarie. Si tratta di una occasione unica per continuare anche nella costruzione dell’Unione europea della salute, abbiamo il dovere di sfruttarla al meglio.

I cittadini vogliono un’Europa capace di proteggerli e preparata ad affrontare ogni emergenza, in particolare sanitaria. Con il Report sulla pandemia COVI approvato questa in Plenaria, l’Europa risponde presente, con proposte concrete e misure per il futuro, per non ripetere gli errori del passato e completare l’Unione europea della salute. 

Il testo, di cui sono relatrice responsabile per il Gruppo dei Socialisti e democratici, è stato approvato con 385 voti a favore e 193 contrari. 

In questo report ci sono proposte concrete per preparare l’Unione e gli stati membri a proteggere con più efficacia la salute pubblica di fronte a possibili future emergenze sanitarie. 

Innanzitutto il diritto ad una sanità pubblica di qualità per tutti; poi la collaborazione e il lavoro coordinato per il monitoraggio e la sorveglianza epidemiologica; ma anche le grandi potenzialità di un’Europa unita per la ricerca scientifica e per gli acquisti congiunti di vaccini, dispositivi medici e farmaci, così da renderli accessibili a tutti a prezzi equi. 

Abbiamo chiesto maggiore trasparenza, in tutti gli ambiti. Sia nel campo della ricerca e sviluppo, dove i costi reali anche delle aziende farmaceutiche private dovranno essere resi pubblici e servire da base per la determinazione del prezzo; ma anche nella negoziazione dei contratti, in particolare dove fondi pubblici siano interessati. 

Abbiamo chiesto che venga creata una infrastruttura pubblica di ricerca per sopperire alle mancanze del mercato e operare nell’interesse dei cittadini. I fondi pubblici, poi, dovranno avere un adeguato ritorno per i cittadini, in particolare per la disponibilità dei farmaci a prezzi equi e la loro commercializzazione in tutti gli stati membri. 

Sugli aspetti sociali, ci siamo concentrati sulle porzioni più fragili della popolazione e le conseguenze della pandemia. Abbiamo inserito proposte concrete ed interventi mirati, per mitigare le conseguenze sulle persone già marginalizzate, ma anche sulle donne e sui giovani, che hanno subito conseguenze pesanti, in particolare durante i lockdown. 

Questo lavoro potrebbe essere una svolta per le capacità europee e nazionali di reagire in tempi di crisi, non solo sanitarie. Si tratta di una occasione unica per continuare anche nella costruzione dell’Unione europea della salute, abbiamo il dovere di sfruttarla al meglio.


Alessandra Moretti