La settimana scorsa il Parlamento europeo ha votato a maggioranza una risoluzione per chiedere l’attivazione delle cosiddette ‘clausole passerella’, ossia delle norme già presenti nei Trattati che permetterebbero di passare al voto a maggioranza qualificata in determinati settori.
Nata come strumento per rafforzare l’unità tra Stati membri, la regola del voto all’unanimità in Consiglio è diventata sempre più sinonimo di ritardi e compromessi al ribasso.
Dai negoziati sul Recovery Fund all’approvazione delle sanzioni contro la Russia, il veto di singoli Paesi ha rallentato e indebolito la capacità dell’Unione europea di reagire in tempi brevi alle crisi e alle sfide. L’unanimità, originalmente concepita per permettere ai Paesi di tutelare gli interessi nazionali più sensibili, non è più un elemento di garanzia per l’Unione europea e i suoi Stati membri.
Per questo serve ripensare la regola dell’unanimità e optare per il voto a maggioranza qualificata, che necessita del sostegno del 55% dei Paesi che rappresentano almeno il 65% della popolazione UE. La settimana scorsa il Parlamento europeo ha votato a maggioranza una risoluzione per chiedere l’attivazione delle cosiddette ‘clausole passerella’, ossia delle norme già presenti nei Trattati che permetterebbero di passare al voto a maggioranza qualificata in determinati settori.
La relazione del Parlamento europeo riconosce l’enorme potenziale delle clausole passerella e propone un calendario graduale e dettagliato per la loro attivazione, individuando tra le aree prioritarie per il superamento dell’unanimità le sanzioni contro la Russia, le misure per rispondere alla crisi energetica e le politiche ambientali per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo.
Le proposte approvate dal Parlamento riflettono le richieste arrivate dalle cittadine e dai cittadini che durante la “Conferenza del futuro dell’Europa” hanno espresso la volontà di rendere l’Europa più forte e unita e di superare, una volta per tutte, la regola dell’unanimità. Nonostante costituiscano uno strumento col potenziale di rafforzare la capacità di agire dell’Ue, le clausole passerella sono state attivate una sola volta nel 2004.
Esiste infatti un problema di fondo: è necessaria l’unanimità al Consiglio per poterle attivare. Il paradosso di ‘usare l’unanimità per superare l’unanimità’ può essere superato solo dai governi nazionali. Vanno dunque sostenute le recenti iniziative di alcuni Stati membri in tal senso, tra cui la decisione di nove Paesi (inclusa l’Italia) di costituire per la prima volta un “Gruppo di amici del voto a maggioranza qualificata in politica estera”.
Al Parlamento europeo abbiamo fatto un primo passo e ci auguriamo ora che i governi colgano quest’occasione per attivare le clausole passerella entro la fine della legislatura in corso. Superare l’unanimità almeno in alcuni settori più urgenti sarebbe un bel segnale non solo in vista delle elezioni europee del 2024, ma anche - e soprattutto - per il processo di integrazione europea e la credibilità dell’Ue.
Giuliano Pisapia