"Abbiamo sostenuto la svolta sociale dell'Unione al posto del rigore, la solidarietà. Per un attimo l'Europa ha trovato la sua anima e ci siamo scordati del mercato. Ma ci sono cose che non tornano. Ci deve dire se vuole andare avanti con il coraggio di questi anni, o se vuole seguire la sua forza politica, il partito popolare, che ad esempio sul Green Deal sta bloccando i provvedimenti più importanti, strizzando l'occhio a chi nega il cambiamento climatico. Ci ha rassicurato, le vogliamo credere". Lo ha detto Elisabetta Gualmini, europarlamentare del Partito democratico e vice presidente del Gruppo dei Socialisti e Democratici, intervenendo in plenaria sullo Stato dell'Unione. "Per non parlare dei migranti, dove lei è andata mano nella mano in Tunisia con Giorgia Meloni, la leader di un partito euroscettico e sovranista, pensando che la Tunisia col memorandum si prenda tutti i migranti a pagamento. A braccetto con una leader che diceva che bisognava uscire dall'euro, che parlava dell'Europa degli usurai, della commissione europea come l'Unione Sovietica e che vuole una Europa minima al servizio degli stati nazionali. Non ci si inventa europeisti dalla sera alla mattina. Serve una Europa forte sui migranti, con competenze robuste e solidarietà obbligatoria", ha spiegato Gualmini. "Lei ci deve dire da che parte sta, quella dell'Europa come libertà, democrazia, pluralismo, rispetto, accoglienza responsabile o quella dei muri, del nativismo, delle discriminazioni, dei nazionalismi beceri. Perché si sta o da una parte o dall'altra. Noi non vogliamo essere europeisti riluttanti, svogliati, vogliamo dimostrare che l'Europa è quel progetto di liberazione dell'uomo che dipingeva David Sassoli", ha concluso.