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Dic

La battaglia per una sanità europea che punti sulla prevenzione

Malattie cardiovascolari, cancro, diabete, malattie respiratorie croniche e disturbi mentali e neurologici sono responsabili del 90% dei decessi nell'Ue e assorbono l'80% dei bilanci della sanità.

Una sanità pubblica nazionale adeguatamente finanziata è un diritto, ma la battaglia del futuro è creare una vera sanità europea che non punti solo a curare i cittadini, ma anche e soprattutto a non farli ammalare.

Per questo considero una rivoluzione copernicana il rapporto sulle malattie non trasmissibili, a cui abbiamo lavorato nella sottocommissione per la salute pubblica di cui faccio parte e che a dicembre siamo riusciti ad approvare nell'aula della plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.

Malattie cardiovascolari, cancro, diabete, malattie respiratorie croniche e disturbi mentali e neurologici sono responsabili del 90% dei decessi nell'Ue e assorbono l'80% dei bilanci della sanità.

Stanziare fondi per aumentare i posti letto e ridurre le file degli esami è doveroso, ma sarebbe molto più facile se investissimo adeguatamente in prevenzione, invece del misero 2,8% attuale dei bilanci sanitari dei Paesi Ue.

Diagnosi precoci, screening di massa, controlli sanitari integrati, soprattutto per i soggetti a rischio, promozione e informazione corretta sugli stili di vita e riduzione dell'inquinamento ambientale possono diminuire la prevalenza delle malattie non trasmissibili fino al 70%. Si tratta di numeri enormi che mostrano che quello che è in gioco non è solo la tenuta dei bilanci della sanità di una popolazione sempre più avanti con gli anni, ma la qualità, oltre che la durata, delle nostre vite.

I serial killer in giro per l'Europa si chiamano mancanza di attività fisica, tabagismo, abuso di alcol, alimentazione sbagliata e inquinamento, e colpiscono molto di più i poveri che i ricchi. La salute è il più grande fattore di ingiustizia sociale, molto prima che un cittadino europeo metta piede in una struttura sanitaria, che sia ospedale pubblico sovraffollato o una clinica privata di lusso.

Per cambiare direzione bisogna essere capaci di cambiare mentalità, bisogna investire sulla prevenzione oltre che sulle cure, e bisogna lavorare a livello europeo piuttosto che a livello nazionale. Però bisogna anche riuscire a superare la resistenza di lobby agguerrite, come quella del tabacco e degli alcolici, difese a spada tratta dai Popolari europei del PPE, contro la nostra volontà nel Gruppo dei Socialisti e Democratici di inserire nel rapporto informazioni corrette e senza abbellimenti sul consumo di alcol e sigarette, così come emergono dal consenso scientifico. 

Alla fine l'approvazione del rapporto con 578 voti a favore, 39 contrari e 15 astenuti è stata una grande vittoria per il nostro Gruppo S&D, ma solo il primo passo di un lungo percorso per i cittadini europei.


Alessandra Moretti