I deputati hanno adottato il proprio mandato negoziale sul nuovo Patto di stabilità, con l’obiettivo di dare priorità agli investimenti e migliorare la credibilità del sistema.
Il testo, adottato mercoledì dai deputati con 431 voti favorevoli, 172 contrari e 4 astensioni, costituisce il mandato del Parlamento per i negoziati con i governi UE sulla forma definitiva del regolamento sulla sorveglianza multilaterale di bilancio, il cosiddetto "braccio preventivo” del Patto di stabilità e crescita.
Nel testo, i deputati propongono di stabilire dei valori numerici chiari per definire la riduzione necessaria del debito eccessivo e consentire nuove deviazioni dal percorso fissato, con l’obiettivo di garantire ai Paesi UE un maggiore margine di investimento. Nel testo si propone inoltre un periodo supplementare di 10 anni per completare la riduzione del debito eccessiva, e vengono istituite nuove procedure per aumentare la titolarità nazionale dei piani strutturali di riduzione.
Contesto
Il cosiddetto “braccio preventivo” del Patto di stabilità e crescita ha l’obiettivo di garantire delle politiche di bilancio sane nel medio termine, stabilendo parametri per la pianificazione delle politiche di nazionali durante periodi economici normali.
Altri due testi completano la revisione del quadro della governance economica dell'UE. La posizione della commissione per i problemi economici e monetari su questi testi, tuttavia, non è stata presentata alla plenaria in questa fase in quanto non rientrano nella procedura legislativa ordinaria e l'approvazione della plenaria su di essi non è necessaria per l'avvio dei negoziati con gli Stati membri.
Gli altri due testi sono: il cosiddetto “braccio correttivo” del Patto di stabilità e crescita, che mira a garantire che gli Stati membri adottino risposte politiche adeguate per correggere i disavanzi eccessivi (e/o i debiti), attuando la procedura per i disavanzi eccessivi (EDP); la direttiva sui quadri di bilancio stabilisce norme dettagliate per i bilanci nazionali. Questi sono necessari per garantire che i governi dell'UE rispettino i requisiti dell'Unione economica e monetaria e non registrino disavanzi eccessivi.