"L'Ungheria di Orban si è macchiata nuovamente di una grave violazione dello stato di diritto a cui quest'aula deve reagire: mi riferisco al caso di Ilaria Salis cittadina europea, da un anno in stato di arresto in condizioni molto dure, costretta a firmare fogli in ungherese senza traduzione e portata al guinzaglio e con catene in un'aula di tribunale. In Europa i diritti anche degli arrestati e dei detenuti, che siano poi ritenuti colpevoli o innocenti, vanno rispettati". Lo ha detto in aula a Strasburgo durante il dibattito su Ilaria Salis, il capodelegazione Pd, Brando Benifei. "E mi vergogno del silenzio del governo italiano: la premier Meloni è pronta ad accogliere l'ultradestra orbaniana nel suo gruppo politico ma non riesce a chiedere rispetto per una sua cittadina, leggo di suoi ministri che non hanno visto, che non sanno, che sono costernati ma poi sono muti di fronte ai nazionalisti loro amici. Una sottomissione imbarazzante, indegna che suscita rabbia e una giusta indignazione", ha spiegato Benifei. "Questo è un caso non unico ma suo modo emblematico di quello che accade in un Paese che pensa che l'Europa sia una fonte di risorse, a cui attingere senza rispettare regole. Bene, diciamolo forte anche qui almeno l'Europa, primo ministro Orban, non è un bancomat! I diritti umani in quest'aula vengono prima di tutto, su di essi è fondata la nostra Unione. Dignità per Ilaria Salis", ha concluso.