Una maggioranza di destra composta da Ppe ed Ecr ha rigettato il modello italiano, basato su visite mediche obbligatorie al momento della concessione e del rinnovo della patente. Stessa sorte per il sistema della patente a punti e della tolleranza zero per l'assunzione di alcool per i neopatentati alla guida
Sul tema delle patenti di guida, e in particolare sulle condizioni per il loro rinnovo, credo che il Parlamento Europeo abbia perso un’occasione importante. Rinunciando, per preoccupazioni soprattutto elettorali, a fare di più per aumentare la sicurezza sulle nostre strade. Un errore. E un peccato anche per il nostro Paese, che ha una normativa più stringente e che poteva rappresentare un esempio di rigore e di attenzione alla vita.
Perché di questo parliamo: delle oltre 20000 vite perse ogni anno sulle strade d’Europa. Un numero che avrebbe giustificato - forse preteso - un maggiore coraggio da parte del legislatore. Come proponevo come relatore ombra per il gruppo SD. Invece, una maggioranza di destra composta da Ppe ed Ecr ha rigettato il modello italiano, basato su visite mediche obbligatorie al momento della concessione e del rinnovo della patente. Stessa sorte per il sistema della patente a punti e della tolleranza zero per l'assunzione di alcool per i neopatentati alla guida, aspetti cruciali su cui avremmo potuto e dovuto portare a casa risultati più forti.
Intendiamoci: rispetto alla direttiva precedente, questo è comunque un passo avanti, nella logica di migliorare la sicurezza stradale e sostenere le transizioni verde e digitale dell'UE. Non sarebbe giusto o serio ignorarlo. Tra le modifiche proposte: la patente digitale, l’idea che nei test per la patente entrino la guida in condizioni di neve o scivolose, i punti ciechi, i sistemi di assistenza alla guida. O il fatto che i neopatentati dovrebbero sottoporsi a un periodo di prova di guida di almeno due anni durante il quale sarebbero soggetti a determinate restrizioni, come limiti di alcol più severi durante la guida e sanzioni più severe in caso di guida non sicura.
Ma, come detto, si poteva fare di più. Per esempio non ha senso, per chi conosce la più severa legge italiana, l’idea della autovalutazione dei conducenti sulla propria idoneità alla guida quando viene rilasciata e rinnovata una patente, lasciando ai paesi dell'UE la decisione di sostituirla con un esame medico con controlli sulla vista e sulle condizioni cardiovascolari. Così come desta preoccupazione la posizione emersa a maggioranza di consentire la guida dei camion fin dai 17 anni se accompagnati.
Quella uscita dal voto, insomma, è una posizione del Parlamento molto debole, che viene consegnata al nuovo Parlamento che sarà eletto a giugno e che dovrà procedere con il lavoro normativo. Tanto resterà da fare per garantire maggiormente la sicurezza nelle nostre strade.
Achille Variati