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Apr

European Medicine Facility, Moretti: Occasione persa, ma la battaglia continua

La riforma della legislazione farmaceutica approvata ieri dal Parlamento europeo è per certi aspetti «un’occasione persa». Lo afferma l’eurodeputata del Partito democratico, Alessandra Moretti che, con un lavoro collegiale della delegazione italiana del PD, aveva proposto l’istituzione della European Medicine Facility. «Ci siamo scontrati con maggioranze conservatrici, che hanno più a cuore gli interessi delle grandi multinazionali piuttosto che quelli dei pazienti», nota Moretti.

 Il poco tempo a disposizione dei parlamentari - la riforma è stata presentata dalla Commissione quasi a fine legislatura - e la ricerca di un compromesso al ribasso, hanno determinato l’esito negativo della proposta del PD.

 Nonostante alcune note positive della riforma, come le misure per contrastare la carenza di medicinali in fasi critiche ed emergenze, l’attenzione alla sostenibilità e alla trasparenza della ricerca e sviluppo, resta il rammarico per la bocciatura di «un’infrastruttura pubblica di ricerca in campo biomedico e farmacologico nell’interesse dei pazienti, delle professioni mediche e dei cittadini», dice Moretti.

 «Troppi bisogni terapeutici restano oggi insoddisfatti», sottolinea Moretti motivando le ragioni per l’istituzione della European Medicine Facility. «Le scelte strategiche del mercato si muovono verso i settori di cura più profittevoli. È più remunerativo sviluppare farmaci che curino malattie croniche, di cui il malato ha bisogno per decenni, invece di antibiotici innovativi, magari usati dal paziente una volta solo nella vita. Per questo motivo serve un impegno pubblico più forte e coordinato nel campo della ricerca e sviluppo di farmaci, con la creazione di un ente pubblico responsabile di lavorare per il bene dei pazienti».

 «La nostra battaglia tuttavia prosegue», annuncia l’eurodeputata. «La creazione di un istituto di ricerca pubblico europeo sarà uno dei punti qualificanti per il Partito Democratico nella prossima legislatura e per questo sarà fondamentale il voto dell’8-9 giugno per assicurare una maggioranza progressista al nuovo Parlamento europeo».