“Questa mattina al Parlamento Europeo abbiamo assistito all’ennesimo show ipocrita di Victor Orbàn, che ha lanciato il suo slogan Make Europe Great Again, cercando di fare leva sulla retorica populista che minaccia i valori fondamentali della nostra Unione. Orbàn propone di smantellare il sistema di asilo europeo e nega i diritti su cui si fonda l’UE, strizzando l’occhio agli aggressori piuttosto che sostenere gli aggrediti. Una pericolosa demagogia che abbiamo visto anche a Pontida domenica scorsa, quando si è scagliato contro le famiglie omogenitoriali in perfetto accordo con Salvini.
È evidente che il governo di Orbàn, corrotto e repressivo, sta comprimendo lo stato di diritto e i diritti LGBTQIA+, facendosi cavallo di Troia per l’influenza di Putin in Europa. Davvero ci si può chiedere: Orbàn vuole davvero cambiare in meglio la nostra Unione? Patriota, sì, ma per conto di chi?
Anche Nicola Procaccini, colonnello di Giorgia Meloni al Parlamento Europeo, si è reso protagonista di un intervento imbarazzante. Orbàn ha definito Meloni come una “sorella”, e Procaccini ha cercato di prendere le distanze dalla politica del leader ungherese. Una virata improvvisa, forse per evitare che il troppo amore per Orbàn diventi un imbarazzo. Insomma, una dinamica da ‘fratelli coltelli’”.
Le contraddizioni della destra europea sono ormai lampanti: mentre Procaccini prende le distanze da Orbàn per nascondere l’imbarazzo delle relazioni del premier ungherese con Russia, Cina e Iran, sul fronte migranti i cosiddetti alleati di Meloni continuano a isolare l’Italia. Parlano di patriottismo e solidarietà, ma lasciano il nostro paese da solo ad affrontare la drammatica emergenza migratoria. Orbàn e gli altri governi nazionalisti preferiscono chiudere i loro confini, rendendo impossibile una vera collaborazione europea per gestire la crisi in modo condiviso.
Procaccini ha, inoltre, dato prova di una retorica populista e di basso livello, inveendo contro i “fervori progressisti” che, secondo lui, mirerebbero a distruggere l’Occidente dall’interno. Il suo discorso si è concluso con un anacronistico e nostalgico Avanti ragazzi di Buda, che ha generato solo imbarazzo e sconcerto.
Il vero problema non è l’attacco ai ‘fervori progressisti’, ma il fatto che chi oggi si aggrappa ai fantasmi del passato lo fa per raccogliere facili consensi, mentre sfugge dalle vere sfide del nostro tempo: diritti, solidarietà, democrazia e integrazione. E intanto l’Italia continua a essere isolata sulla questione migranti, abbandonata dai suoi stessi alleati”.
Così in una nota Alessandro Zan, europarlamentare del Partito democratico.