La nuova Commissione europea deve prendere subito una “iniziativa urgente” per chiarire come affrontare la grave crisi del settore automotive in modo che la transizione verde non lasci indietro nessuno. È quanto chiedono gli eurodeputati del Partito Democratico, rigettando “la narrazione sbrigativa e manipolatoria di chi se la prende con il Green Deal, quando i commissari in audizione hanno confermato senza tentennamenti che dal percorso segnato non si torna indietro”.
“Il primo grande banco di prova della neo-insediata Commissione Europea - spiegano gli europarlamentari democratici - è rappresentato dalla grave crisi che sta investendo il settore dell’automotive. In Germania, i sindacati stanno reagendo con forza, annunciando il più grande sciopero nella storia del gruppo Volkswagen. In Italia, invece, la situazione non è meno drammatica: con le dimissioni dell’amministratore delegato del gruppo Stellantis e anni di accuse di cattiva gestione, migliaia di operai, come quelli di Pomigliano d’Arco, stanno scioperando contro i licenziamenti annunciati. Si stima che i posti di lavoro a rischio sono tra i 25 e i 50 mila. Riteniamo che la tutela dei lavoratori debba essere una priorità nell’agenda della transizione ecologica e confidiamo in un impegno tempestivo e concreto. È troppo tempo che non si affrontano le politiche industriali comunitarie e in particolare nel nostro Paese si naviga a vista senza una reale strategia industriale. Siamo chiamati a un nuovo e ambizioso impegno per coniugare lavoro e de-carbonizzazione come indicato dall’agenda Draghi. Rigettiamo pertanto la narrazione sbrigativa e manipolatoria di chi se la prende con il green deal, quando i commissari in audizione hanno confermato senza tentennamenti che dal percorso segnato non si torna indietro. Pertanto - concludono - chiediamo che la Commissione assuma una iniziativa urgente in cui venga chiarito quanto prima come si intenda approcciare la crisi dell’automotive e come si intenda supportare la transizione verde dell’automotive (e più in generale della mobilità), in modo che sia effettuata in maniera giusta, che non lasci indietro nessuno, proteggendo il lavoro e i lavoratori, eventualmente attivando misure di soccorso straordinario, come fatto con SURE”.