12
Set

L’accordo sui dazi non difende gli interessi europei

Trump torna a minacciare l’Europa con nuove sanzioni perché non gradisce le nostre leggi. 
Nel suo discorso, la Presidente von der Leyen ha evitato il tema, ma noi non possiamo farci ricattare: nessun accordo commerciale può basarsi su coercizione e minacce. C’è chi, come il presidente del PPE Weber, sostiene che l’accordo vada appoggiato per “senso di responsabilità”. Io credo che la nostra responsabilità sia dire la verità: l’accordo, così com’è oggi, non difende abbastanza gli interessi degli europei e va cambiato.
La Commissione ha fatto un lavoro complesso, ma alcuni governi – incluso quello italiano – hanno da subito ceduto alle pressioni di Washington. È il momento di reagire. In Parlamento lavoreremo sul regolamento proposto dalla Commissione: vogliamo fissare una data di scadenza per poter rinegoziare le condizioni entro tempi certi, salvaguardare la nostra agricoltura e i vini europei, con esenzioni da negoziare subito e proteggere acciaio e alluminio dai dazi punitivi del 50%. Ritengo infatti che sia un grave errore aprire il nostro mercato all’acciaio americano finché non ci sarà una revisione dei dazi sull’acciaio europeo e la definizione di quote equilibrate. 
L’Europa deve aprire nuove rotte commerciali, rafforzare la propria economia e ricostruire un rapporto transatlantico più equilibrato. Il nostro impegno sarà costruttivo, ma fermo: difendere cittadini, lavoratori e imprese europee, per un commercio internazionale giusto e basato su regole. 
L’Europa deve restare ferma su questi valori, se vogliamo che il commercio serva gli interessi dei cittadini e dei consumatori, e non il contrario.