“Ho denunciato in aula, proprio in apertura dell’ultima sessione plenaria di Strasburgo, l’incresciosa situazione delle baracche di Messina e ho presentato una interrogazione urgente alla Commissione europea, chiedendo eventuali interventi in via straordinaria, anche in considerazione della emergenza sanitaria che si è sviluppata nei quartieri dove 6400 persone vivono in situazione di estremo degrado a ben 110 anni dal terremoto”.
Lo dichiara Michela Giuffrida, deputato europeo del Pd, che nei giorni scorsi é stata a Messina per acquisire notizie ed atti che riguardano gli abitanti dei sette rioni messinesi dove oltre duemila nuclei familiari vivono ancora oggi in baracche fatiscenti.
“Gravi inadempienze, interventi e piani di risanamento mai attuati hanno fatto sì che l’emergenza, una volta derivante dal terribile terremoto del 1908, duri ancora oggi e che anzi si aggravasse. Quelle baracche - afferma Giuffrida nella sua interrogazione - dove si vive senza fognature, circondati da rifiuti e in assenza di qualunque misura di sicurezza, hanno il tetto di amianto, sostanza micidiale vietata dalla Unione europea già 20 anni fa perché cancerogena. E infatti la terribile novità - ha denunciato Giuffrida nell’aula dell’europarlamento - è che adesso ci sono persone che si sono ammalate di asbestosi, micidiale malattia incurabile che consuma i polmoni di chi respira particelle di amianto, come quelle disperse nell'aria dai tetti di eternit logorati dal tempo”.
Giuffrida nei giorni scorsi ha incontrato il sindaco di Messina, Cateno De Luca, che con una ordinanza ha disposto lo sgombero di tutte le baracche. “Al momento però non ci sono alloggi popolari per tutti e per questo è necessario e non più differibile un tempestivo intervento del Governo regionale e di quello centrale.
Per mio conto - conclude l’eurodeputata siciliana - assieme al gruppo consiliare del Partito democratico di Messina, ho chiesto un intervento della Commissione europea, in particolare del Commissario alla salute Vytenis Andriukaitis, per verificare se vi siano le condizioni per un intervento urgente perché adesso bisogna pensare alla salute di migliaia di persone che hanno diritto di curarsi senza restare un minuto di più dove si muore”.