Lo conferma uno studio delle Università di Nantes e di Bari presentato oggi a Comagri
«L'approccio coraggioso e la visione ambiziosa che ha avuto il Parlamento europeo con il varo del regolamento Omnibus, rappresenta un passo fondamentale per rafforzare il potere contrattuale degli agricoltori e delle loro associazioni, ma non basta. Per dare ai nostri agricoltori la possibilità di continuare le loro attività procurandosi un reddito adeguato, ora bisogna approvare il dossier sulle pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare». Sono le conclusioni - ha reso noto Paolo De Castro, primo vice presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo - dello studio commissionato dalla ComAgri e presentato oggi agli eurodeputati da Catherine Del Cont dell'Universita' di Nantes (Francia) e da Antonio Iannarelli dell'Università di Bari su ‘Le regole di concorrenza per la filiera agroalimentare nella PAC post 2020'.«Le conclusioni dello studio - precisa De Castro - in merito all’allargamento del divieto di comportamenti sleali nei confronti di tutti gli attori della filiera, indipendentemente dalla loro dimensione, ricalcano esattamente ciò che come Parlamento europeo stiamo portando avanti da mesi con un intenso lavoro a cui manca solo l'imprimatur il 24 ottobre della Plenaria a Strasburgo, e nello stesso giorno cominceremo subito i negoziati con le altre istituzioni europee per chiudere entro Natale». Per De Castro quindi, «è l'ultima occasione in questa legislatura per redigere una lista 'nera' dei comportamenti da vietare da parte degli acquirenti, come le grandi centrali di acquisto, nei confronti di agricoltori e imprese, che ora devono sobbarcarsi costi derivanti da pratiche che vanno dai pagamenti ritardati per i propri prodotti, alla cancellazione last-minute di accordi di fornitura, dalle doppie aste al ribasso, alle vendite sotto-costo».