L’uguaglianza di genere è un valore fondamentale dell’Unione Europea e questo valore lo rendiamo tangibile solo se mettiamo in campo misure comuni contro la discriminazione e la violenza. Nella proposta legislativa della Commissione sarà necessaria una definizione giuridica uniforme della violenza di genere, che ne contrasti cause e effetti, includendo anche nuove forme di discriminazione, come quella on-line o il revenge-porn.
La seduta plenaria del Parlamento europeo di settembre è stata per la lotta alla violenza di genere molto importante per due motivi. Il primo è stato il voto sulla proposta di inserimento della violenza di genere nell’Articolo 83 del TFUE, ossia nell’elenco di quei crimini che rientrano nella competenza europea in materia di diritto penale. La seconda è stata l’importante annuncio, durante il discorso annuale sullo Stato dell’Unione della presidente Von der Leyen, della pubblicazione entro fine anno di una direttiva contro la violenza sulle donne, online e offline. Sono due facce della stessa medaglia, di portata giuridica diversa, ma complementari che hanno un medesimo significato: l’Europa è finalmente in prima linea nel combattere questa piaga sociale che è la violenza di genere.
Dopo anni in cui abbiamo passato a richiedere un’azione legislativa efficace e globale per combattere questo odioso fenomeno, finalmente qualcosa si muove. Dopo lo stallo della ratifica della Convenzione di Istanbul da parte dell’UE, bloccata da pochi Paesi membri, con governi reazionari e conservatori, questa ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, ci dà un po’ di speranza nel vedere cambiare le cose.
L’iter della risoluzione sull’articolo 83, di cui sono stata relatrice ombra per il gruppo S&D, è stato un percorso lungo che dal mio punto di vista è stato di fatto una discussione sulla natura stessa dell’Unione Europea e sul suo rapporto con le fragilità, le marginalità, le ineguaglianze e le violenze che la storia dell’umanità contiene in sé, da sempre.
Ovviamente non mi illudo sia semplice, bisogna sempre fare i conti con la realtà: dopo il voto positivo in plenaria, la questione passerà alla Commissione che dovrà redigere una proposta definitiva e al Consiglio, che dovrà deciderne all’unanimità. Il percorso è indubbiamente accidentato, su di esso conservatori e reazionari proveranno a mettere ostacoli di ogni sorta. Così come sarà difficoltoso il percorso della direttiva contro la violenza online e offline annunciata da Von der Leyen, il cui destino sarà simile. Mi chiedo però se non bastano, ad esempio, le cronache delle morti e delle violenze in Italia, di solo pochi giorni fa per smorzare tutto questo. Oppure se ciò non sia classificabile come un delitto contro l’umanità e non meriti l’adozione di misure di contrasto comuni europee.
L’uguaglianza di genere è un valore fondamentale dell’Unione Europea e questo valore lo rendiamo tangibile solo se mettiamo in campo misure comuni contro la discriminazione e la violenza. Nella proposta legislativa della Commissione sarà necessaria una definizione giuridica uniforme della violenza di genere, che ne contrasti cause e effetti, includendo anche nuove forme di discriminazione, come quella on-line o il revenge-porn. Sarà un passaggio non ultimativo, ma certamente decisivo. Riguarda concretamente la vita e la felicità di tutti i cittadini europei e sono certa che la grande maggioranza di essi ne sono perfettamente consapevoli.
Pina Picierno