Quella della difesa dei diritti umani e dei valori democratici della Ue è una battaglia cruciale da cui dipendono il senso della nostra esistenza e la nostra sicurezza, la nostra stabilità, la nostra credibilità.
L'Unione europea deve essere più ferma di fronte alle violazioni dei diritti umani in Bielorussia, ampliando le sanzioni contro il regime di Aleksandr Lukašenko e pretendendo il rilascio del giornalista Raman Pratasevich e della sua compagna Sofia Sapega, arrestati illegalmente lo scorso 23 maggio con il dirottamento e l'atterraggio forzato di un volo Ryanair tra due capitali europee.
A chiederlo è stato il Parlamento europeo che lo scorso 10 giugno nel corso della sessione plenaria ha votato a larghissima maggioranza, 626 voti a favore, con 16 contrari e 26 astensioni, la risoluzione chiesta dal Gruppo dei Socialisti e Democratici.
Nei giorni scorsi i governi europei riuniti nel Consiglio avevano già deciso di rispondere a questo atto di pirateria aerea di Minsk con una serie di sanzioni. Ma noi eurodeputati, e soprattutto noi eurodeputati progressisti, vogliamo di più.
Quella della difesa dei diritti umani e dei valori democratici della Ue è una battaglia cruciale da cui dipendono il senso della nostra esistenza e la nostra sicurezza, la nostra stabilità, la nostra credibilità. Troppo spesso le divisioni tra i governi all'interno dei Consiglio hanno indebolito la voce dell'Unione ed è toccato all'Europarlamento, e al gruppo S&D in particolare, insieme al vicepresidente socialista della Commissione, Frans Timmermans, ricordare che sui diritti non ci sono compromessi possibili.
Dopo aver, nei fatti, cambiato l'esito delle elezioni presidenziali dello scorso anno Lukašenko ha represso col sangue le proteste. Ad oggi si stima che ci siano almeno 470 prigionieri politici, più di 35 mila persone sono state arrestate o sanzionate, mentre migliaia sono i casi documentati di tortura e diverse persone sono state uccise.
Nella risoluzione chiediamo che siano applicate sanzioni nei confronti di procuratori, giudici e dipendenti delle autorità di contrasto che svolgono un ruolo nella repressione e nella condanna ingiusta dei critici del regime, nonché nei confronti degli agenti al servizio del regime nei settori della propaganda, dei mezzi di comunicazione della disinformazione e dell'incitamento all'odio, di individui ed entità che sostengono Lukašenko e il suo regime, come Marat Markov, che ha intervistato Raman Pratasevich sul canale statale ONT il 2 giugno 2021. Chiediamo inoltre di imporre sanzioni settoriali, rivolte in particolare alle industrie del petrolio greggio e dei prodotti petroliferi e ai settori della lavorazione della potassa, dell'acciaio e del legno.
E, soprattutto, non intendiamo fermarci. C'è un popolo che sta chiedendo a gran voce, in particolare attraverso le donne, che il mondo non si volti dall'altra parte.